Thursday, January 27, 2011

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La sfacciataggine dei laicisti

Se noi “atei devoti” diciamo che forse bisognerebbe salvare il matrimonio tra uomo e donna dalla legislazione eticamente indifferente di Zapatero, che ha abolito i nomi di marito e moglie e di padre e madre in favore di un più neutrale progenitore A e progenitore B, precisiamo subito che si tratta di critica culturale e civile, e che l’incontro con le posizioni del clero cattolico e del magistero ecclesiale su quel terreno si risolve, distinguendo kantianamente peccato e reato, e coniugando con molte sfumature ethos e legge. Lo stesso facciamo quando, da laici, critichiamo l’indifferenza morale all’aborto, la kill pill, l’eugenetica del figlio sano, la fabbricazione della prole, tutti fenomeni una punta più rilevanti, in senso pubblico, di alcune cene nella villa di Arcore rese note da quella che il cardinal Bagnasco ha eufemisticamente chiamato, con scandalo dei benpensanti laicisti, "A massive amount of investigative tools."
When it's up to them, to secularists, to reason on the ethos of a private public man who considered the enemy, Berlusconi, they do so explicitly inviting the church to interfere, to the excommunication, the condemnation hyperpolitical. In criticizing the hierarchy for choosing a place of balance and a way of thinking and lay prone to differentiate, suggesting oblique interests and pacts with the devil of power for those who do not vibrate the stick against the canon reprobate. Published on MicroMega and moralizing invective Republic of bishops emeriti, they launch cross-clerical (with the exception of their only true moralists, Serra and Sofri), while the monks discover landing sulla Stampa di Gianni & Lapo il peccato della lussuria. E questo incredibile battage neoclericale, questo lungo comizio integralista, lo chiamano profezia.
(tratto da "Il Foglio" del 26/01/2011)

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